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Schema dell'apparato, costituito da un tubo catodico a scarica di gas, che consentì a Thomson la scoperta dell'elettrone. Il fatto che i raggi catodici sono deflessi verso il polo positivo del campo elettrico applicato esternamente al tubo, dimostrò che essi dovevano essere costituiti di cariche negative. In un ulteriore esperimento, con un campo magnetico al posto del campo elettrico, Thomson misurò il rapporto tra carica e massa delle particelle costituenti i raggi catodici, gli elettroni, da cui si vide che questi erano molto più leggeri degli atomi di idrogeno, che erano le particelle più leggere note a quell'epoca. (Torna alla cronologia) |
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Schema semplificato dell' apparato con cui Millikan misurò la carica dell'elettrone, con il famoso esperimento comparso al terzo posto nella lista dei 10 più belli di Physics World. In sintesi (per maggiori dettagli consultate il link di Wikipedia) la misura si effettua variando il campo elettrico della batteria in modo da fermare la caduta libera di una gocciolina di olio che possiede la minima carica negativa elementare. Dalla relazione di equilibrio tra le forze che si applica quando la gocciolina resta sospesa nell'aria si può ricavare questa carica minima, che corrisponde appunto alla carica dell'elettrone. (Torna alla cronologia) |
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Diffrazione di Bragg da parte dei piani atomici di un cristallo. Lo schema, qui proposto in riferimento all'esperimento di diffrazione di elettroni di Davisson e Germer, è lo stesso di quello visto in precedenza per la diffrazione da raggi X. Infatti elettroni e radiazione elettromagnetica, in un esperimento come questo, si comportano entrambi come onde. (Torna alla cronologia) |
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